'IoT' INTERNET DELLE 'COSE'. DI COSA SI TRATTA?

Sentiamo sempre più spesso parlare di Internet delle cose, macchine e attrezzature che funzionano e collaborano autonomamente attraverso la rete Internet. Ma come stanno davvero le cose?

13/04/2017
Notizie

Ebbene no, non si tratta di fantascienza, non più. Chi è nato tra la seconda metà e la fine del millennio scorso (come chi scrive ahimè) avrà certamente assistito alla nascita prima e all'espansione poi del mercato informatico legato al mondo Internet. In pochi decenni sono stati fatti passi da gigante ad una velocità incredibile, e lo Smartphone, che qualche anno fa rappresentava il massimo della tecnologia pocket (tascabile) è già destinato ad estinguersi. 

Si prevede che tra un decennio potremo sostituire questi dispositivi classificati come "passivi" (che necessitano di una serie di comandi manuali per eseguire una o più operazioni), con nuove tecnologie che invece promettono, per un futuro non troppo lontano, l'interazione diretta con porzioni del nostro cervello allo scopo di proiettare immagini virtuali e visibili solo a noi stessi, oppure, più concretamente, avremo a disposizione degli assistenti virtuali come "Siri", "Cortana", "Alexa", "Bixby" e così via che svilupperanno livelli di "intelligenza" tali da diventare soggetti al nostro servizio con cui dialogare, a cui chiedere di fare cose, come telefonare, accende le luci di casa, avviare un elettrodomestico piuttosto che aprire il portone del nostro garage, ma non solo, alla stessa maniera potremo vivere nuove esperienze di realtà aumentata mediante l'innesto di "stringhe neurali" all'interno del nostro cervello. 

Certamente, sono ipotesi e previsioni che possono spaventare, tuttavia la tecnologia ci ha insegnato che ciò che oggi è nuovo ed è disponibile per tutti, per pochi è già abbondantemente obsoleto. Ebbene, questa premessa vuole anticipare una nuova realtà, presto alla portata di chiunque, che seppur ancora poco conosciuta, rappresenta il futuro oggi disponibile e che vedrà ridurre il divario temporale tra "tecno-scienza" e "tecno-realtà".

Questo nuovo status si chiama "Internet delle cose", Internet degli oggetti. Lo troviamo in acronimo "IoT" (Internet of Things) oppure, nel mondo delle telecomunicazioni, come "M2M" (Machine to Machine) quando si parla, ad esempio, di SIM pensate specificatamente per mettere in comunicazione attraverso una rete Internet, Robot e altri dispositivi automatici.

Per semplificare molto si tratta, in concreto, di imparare a convivere ed a collaborare con entità non umane ma programmate per apprendere, memorizzare ed elaborare previsioni o azioni al pari (o anche meglio) di un essere umano. Esse quindi potranno analizzare una quantità incredibile di dati e di informazioni in poche frazioni di secondo e saranno in grado di restituire risultati, statistiche e azioni da compiere riducendo al massimo il margine degli errori e ottimizzando i cicli produttivi.

Abbiamo capito che con "Internet delle cose" si intende definire una rete di apparecchi e dispositivi non convenzionali (differenti da computers o smartphone) in grado di connettersi ad Internet ed interagire con noi o tra di essi in maniera "intelligente". Alcuni esempi sono rappresentati dai dispositivi wearable (indossabili) come lo smartwatch o altri apparecchi per il fitness e il monitoraggio dei valori biologici oppure, più semplicemente una nuova automobile, un elettrodomestico, una serie di lampadine o, più semplicemente, il termostato della caldaia di casa. Possiamo inoltre monitorare qualcosa in movimento come un container, un autoveicolo, un collare di un animale e qualsiasi altro oggetto in grado di connettersi alla rete attraverso un indirizzo IP proprio. Le possibilità di utilizzo sono davvero infinite!

esempio di rete domestica con "IoT"  

Ad oggi gli oggetti connessi sono calcolati attorno a 5 miliardi di unità, qualcuno sostiene 8/10 miliardi di oggetti, si prevede che tra pochi anni questi valori cresceranno di 5 volte!.

Abbiamo già molti casi di illuminazione pubblica virtuosa e "intelligente" che utilizza dispositivi illuminanti in grado di auto-diagnosticare e comunicare in tempo reale un malfunzionamento, l'accensione, lo spegnimento, l'assorbimento piuttosto che i valori di inquinamento rilevati da apposite centraline integrate all'apparecchio. I risultati? Abbattimento dei costi fino al 40% sugli assorbimenti di energia elettrica. Manutenzione controllata e tempestiva in caso di malfunzionamento.

Nell'immediato, il settore che più si presume beneficerà di queste nuove risorse è quello automobilistico da tempo impegnato nello sviluppo di progetti di guida senza conducente. Ritroviamo invece ben collaudate le applicazioni nei settori aerospaziali, militari, trasporto e navigazione.

C'è ancora molta strada da fare, nel nostro immaginario il futuro è rappresentato da una miscela di robot sempre più umani e di umani sempre un pò più robot. Non c'è comunque da spaventarsi: dove c'è una macchina c'è sempre un tasto ON/OFF piazzato da qualche parte!